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04/06/2019 da Simone Falusi 1 commento

Gli interessi sul deposito cauzionale nelle locazioni

Volevo sapere se gli interessi  sulla cauzione  vanno aggiunti al capitale per tutti gli anni della locazione? (ricapitalizzati)  e devono essere maggiorati  tenendo  conto del  costo della vita? Grazie

La cauzione o deposito cauzionale è quello somma di denaro che il conduttore consegna al locatore alla firma del contratto di locazione.

Si tratta di una somma diversa ed ulteriore rispetto a quella costituente il canone locatizio.

Questa somma ha lo scopo di garantire il locatore da eventuali inadempimenti del conduttore. Pertanto, se il locatore, alla fine del rapporto non ha integralmente pagato i canoni di locazione, oppure ha danneggiato il bene locato, ecc. il locatore potrà trattenere, in tutto o in parte, il deposito cauzionale, soddisfacendosi su di esso per i danni subiti.

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Archiviato in:Contratti, Locazioni Contrassegnato con: Deposito cauzionale, interessi

21/05/2019 da Simone Falusi Lascia un commento

Fine della convivenza di fatto e tutela dei figli

Salve una mia amica vorrebbe andare via di casa perché con il compagno a dei problemi, però hanno una bambina di 2 anni; loro non sono sposati e lei risulta madre single e la bambina è a carico suo. Se va via cosa può succedere?

Non ho capito se la bambina è stata riconosciuta anche da padre. Il riconoscimento della figlia, infatti, è un presupposto essenziale affinché possano applicarsi le disposizioni sulla filiazione.

Il riconoscimento del figlio nato fuori dal matrimonio è l’atto con cui uno o entrambi i genitori dichiarano formalmente di essere il padre o la madre di un soggetto a cui attribuiscono lo status di figlio.

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Archiviato in:Famiglia Contrassegnato con: convivenza more uxorio, riconoscimento figli

16/05/2019 da Simone Falusi Lascia un commento

Nell’immobile appena acquistato ci sono infiltrazione di acqua. Cosa posso fare?

Il 28 settembre 2018 ho acquistato con mia moglie un immobile di fine costruzione 2006 ma mai abitato, e da contratto d’acquisto cosi come e’ , alla fine di novembre ci siamo trasferiti definitivamente nel suddetto immobile, con le prime piogge abbiamo riscontrato delle infiltrazioni dagli infissi, ma la più preoccupante si e verificata sul soffitto di due camere, contattato il costruttore mi e stato detto che l’immobile non e piu’ coperto da garanzia, come ci dobbiamo comportare a questo punto con un problema di questo tipo e a chi ci possiamo rivolgere per essere seguiti?

Ti devi ovviamente rivolgere ad un avvocato. Se vuoi essere seguito dal nostro studio o, comunque, vuoi avere una consulenza professionale sul tuo caso contattaci ad uno dei nostri riferimenti che trovi qui.

Quanto Ti ha riferito il venditore sull’inesistenza della garanzia non è vero. Sul punto ti rimando alla lettura dell’articolo seguente:

La garanzia per i vizi nella vendita di un immobile

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Archiviato in:Contratti, Proprietà e Condominio

10/05/2019 da Simone Falusi 1 commento

Locazione di un terreno ad uso deposito e durata del contratto

Salve, sono una laureata in Economia, tirocinante presso uno studio commercialista e vi scrivo per porre il seguente quesito su una questione di cui mi sto occupando: ho 2 contratti di locazione su un terreno per uso deposito scoperto ( 1 per la porzione di 150 mq e l’altro per la porzione di 250 mq) durata 1 anno stipulati rispettivamente sotto forma di scrittura privata autenticata tra 3 persone fisiche( 3 fratelli) , titolari del terreno e 2 soggetti iva differenti (una ditta edile e una società elettrica) scaduti rispettivamente nel 2004 e nel 2007.
A livello civilistico, la durata minima di contratti di locazione per uso diverso da quello abitativo, se non erro è di 6 anni, più proroga per altri 6 salvo che la locazione ha carattere di transitorietà , allora in quel caso è ammessa una durata inferiore.
In questo caso, suppongo poiché i contratti essendo di durata di anno, presentino questa caratteristica ma dettagliatamente, quali sono le condizioni per essere ammessi ad un periodo inferiore a quello di legge? Non solo , a livello fiscale, la durata di legge dei contratti è sempre 6 anni+ 6 ? Nel caso di ammissione ad un periodo di legge inferiore a quello previsto, si può procedere alla proroga dei contratti per 1 anno? Inoltre , come occorre comunicarlo in agenzia e sicuramente essendo i contratti scaduti da oltre 13 anni , occorrerà pagare delle penalità!?

La questione della durata del contratto, è stata esaminata nei precedenti articoli “Locazioni: l’affitto del locale ad uso deposito” e “Affitto di un locale ad uso deposito e durata del contratto“.

Non è esatto sostenere che tutti i contratti di locazione ad uso diverso dall’abitazione abitazione abbiano una durata minima di 6 anni (rinnovabile per altri 6). In realtà, la durata minima legale di 6 anni è prevista dall’art. 27 della legge 392/77 si riferisce solo alle locazione che hanno per oggetto immobili destinati ad attività industriali, commerciali, artigianali di interesse turistico e all’esercizio abituale e professionale di lavoro autonomo.

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Archiviato in:Locazioni Contrassegnato con: affitto deposito, durata

03/05/2019 da Simone Falusi Lascia un commento

Affitto di un locale ad uso deposito e durata del contratto

Salve circa un anno fa ho preso in affitto un deposito per rimessare il mio camper e barca e qualche auto in mio possesso; la proprietà subito non ha voluto fare contratto (in nero) poi mi ha richiesto la stipula di un contratto, che io ho accettato, un contratto transitorio di un anno con clausola che alla scadenza lo avremo rinnovato con un 6+6 passato i 12 mesi + un mese (13 mesi pagati) mi hanno convocato dicendomi che rivolevano il deposito in dietro perchè non si sentivano sicuri nonostante io abbia sempre pagato in anticipo ( ho conservato tutte le ricevute ) da premettere che loro mi sub affittavano corrente (mi chiesero di istallare un sotto contatore e acconsentii) che ho regolarmente pagato (con ricevute di codeste) e dopo la comunicazione che dovevo sgomberare in una 10 di giorni mi sono un po allarmato ed ho scoperto che la proprietà è una società semplice e che non aveva mai registrato il contratto di locazione; come mi devo muovere siccome il costo del magazzino è un costo molto conveniente io non ho intenzione di perderlo.

Il contratto di locazione del vano ad uso deposito che hai stipulato non è assoggettato né alle norme di cui alla legge numero 431/1998 (che regola le locazioni ad uso abitativo) né a quelle di cui alla legge numero 392/1978 (sulle locazione commerciali, industriali, artigianali ecc); infatti il locale affittato come deposito non è a servizio di una tua attività commerciale, industriale, artigianale: solo in quest’ultima ipotesi, infatti, troverebbe applicazione l’art. 27 della legge 392/78 sulla durata legale del contratto.

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02/05/2019 da Simone Falusi Lascia un commento

Quando l’impresa edile usa materiali diversi da quelli del progetto edilizio

Durante la costruzione del solaio al secondo piano che deve ospitare la piscina il costruttore usa un cemento armato di minore resistenza (come previsto dalla denuncia di opere strutturali e antisismiche severe, depositata in comune e consegna all’appaltatore), cioè RcK’ 300 al posto di RcK’350 e ciò comporta il mancato raggiungimento delle portate richieste per la zona sismica GRADO 2 con ag da o,15 a ag 0,25. Da subito sia l’appaltatore che la ditta fornitrice del calcestruzzo si dicono disponibili a porre rimedio a questo danno, l’ingegnere e direttore lavori predispone richieste di legge e permessi alle belle arti ed il costruttore esegue i lavori per tamponare il danno. I lavori Ritardano tremendamente e dopo otto mesi l’appaltatore si dice non disposto a pagare i danni sostenendo di non essere responsabile di nulla; vuole essere pagato anche per i lavori di riparazione del danno e predispone il blocco del cantiere. Dopo 9 mesi di ritardo sul contratto di consegna della casa ciò ha comportato disagi enormi (siamo una famiglia di 2 giovani con bimba di 6 anni e 2 settantenni ora senza certa dimora) sia psicologici che economici . Cosa dice il diritto di tutto ciò?

Da quanto scrivi mi pare evidente l’inadempimento della ditta appaltatrice la quale, nell’esecuzione dell’opera commissionatale, non ha agito in maniera gravemente negligente.

L’avere disatteso il progetto edilizio è certamente fonte di responsabilità per l’appaltatore

Il tema della responsabilità dell’appaltatore è peraltro stato già affrontato nell’articolo Ristrutturazione di un edificio e responsabilità dell’appaltatore

Data l’importanza delle opere e, quindi, anche dell’inadempimento della ditta appaltatrice, Ti suggerisco di rivolgerti prima possibile ad un avvocato al quale fornire tutta la documentazione relativa alla pratica in questione, affinché possa intervenire tempestivamente per tutelare i tuoi diritti.

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Archiviato in:Contratti, Risarcimento danni Contrassegnato con: appalto, responsabilità appaltatore

30/04/2019 da Simone Falusi Lascia un commento

Incidente stradale, danni al trasportato ed intervento del Fondo di Garanzia delle Vittime della Strada

Mio figlio e la sua fidanzata, sono cascati dal motorino a causa di una macchia d’olio nella pubblica strada. È in quel momento che ci siamo resi conto che ci eravamo scordati di rinnovare l’assicurazione che risultava scaduta da un mese. Il guidatore, mio figlio, se la è cavata con qualche escoriazione ma il passeggero, la fidanzata, ha portato il gesso al braccio per un mese e non ha potuto lavorare. Epilogo:
1) il Comune non si è ritenuto responsabile della macchia d’olio;
2) i vigili hanno preteso il pagamento di una multa da circa 800 euro per l’assicurazione scaduta;
3) l’INPS sta richiedendo a mio figlio una rivalsa (per quanto pagato alla ditta dove lavora la fidanzata) di euro 1600;
4) la fidanzata si è rivolta al fondo vittime della strada che le rimborserà non sappiamo quanto.
Secondo voi è possibile fare ricorso contro questa richiesta dell’INPS? In fondo l’incidente non è stato causato da mio figlio tant’è vero che il fondo vittime della strada è intervenuto riconoscendo la responsabilità di ignoti.

Cominciamo col dire che il motorino di tuo figlio non poteva circolare in quanto sprovvisto di copertura assicurativa obbligatoria. Infatti, chiunque    circola senza  assicurazione R.c.a. e’ soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 849 ad euro 3.396.

Per quanto riguarda il danno subito dalla fidanzata di tuo figlio, la legge prevede un meccanismo di favore per il risarcimento del terzo trasportato, dettato dall’esigenza di evitare che il trasportato debba attendere l’esito dell’eventuale accertamento della dinamica del sinistro e della responsabilità di ciascuno dei conducenti dei veicoli coinvolti.

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Archiviato in:Risarcimento danni Contrassegnato con: fgvs, incidente stradale

18/04/2019 da Simone Falusi 1 commento

Divorzio breve in Comune: come farlo riconoscere all’estero

Buongiorno, nel 2016 ho divorziato con la procedura “divorzio breve” presso il comune di Arenzano (Genova). Oggi risiedo in Irlanda e mi vorrei sposare con il mio compagno, ho presentato la richiesta agli uffici HSE, allegando i seguenti documenti tradotti con timbro ufficiale: certificato di nascita e estratto per riassunto del certificato di matrimonio, dove su entrambi è  presente l’annotazione riguardo alla cessazione del matrimonio.L’ufficio legale di HSE non vuole concedermi il consenso al matrimonio, poiché pretende la presentazione della sentenza di divorzio rilasciata dal tribunale, documento del quale non sono in possesso poichè non esiste, non essendo andata in tribunale. Ho provato a spiegare come funziona la procedura di divorzio breve, citando le relative norme, ma senza successo e forse senza nemmeno aver letto, mi continuano a chiedere un documento del tribunale. Cosa posso fare? Il mio ex marito si è anche risposato quindi in Italia tutto è registrato correttamente, vi prego di darmi un consiglio, sembrano non riconoscere 2 certificati emessi dallo stato italiano.

Con una legge del 2014 sono state introdotte in Italia due nuove procedure per ottenere la separazione personale consensuale ed il divorzio congiunto senza dover passare per il Tribunale.

La prima di queste procedure è quella dalla Negoziazione assistita dagli avvocati.

Sull’argomento puoi leggere il post “Come ottenere la separazione ed il divorzio oggi“

Il secondo procedimento è quello cui fai riferimento nel tuo quesito: la legge del 2014, infatti, ha previsto che, in assenza di figli minori, di figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave ovvero economicamente non autosufficienti, i coniugi possono concludere davanti al sindaco del Comune, quale ufficiale dello stato civile, un accordo di separazione personale o di divorzio, nonché di modifica delle condizioni di separazione o di divorzio.

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Archiviato in:Famiglia Contrassegnato con: divorzio breve, estero

16/04/2019 da Simone Falusi Lascia un commento

Divorzio consensuale ed impedimento a presenziare all’udienza

In un caso di divorzio consensuale, il giudice ha fissato l’udienza in un giorno per me impossibile a presentarmi. Come posso fare? Sono previsti casi di assenza giustificata? Grazie

Per giurisprudenza consolidata nelle cause di divorzio il tentativo di conciliazione dei coniugi davanti al Presidente del Tribunale ( o davanti al giudice da questi delegato) pur configurandosi come un atto necessario ai fini dell’indagine sulla irreversibilità della crisi coniugale, non costituisce un presupposto indefettibile del giudizio; per cui la mancata comparizione di una delle parti non comporta la fissazione necessaria di una nuova udienza presidenziale, che per contro può essere omessa quando, non se ne ravvisi la necessità o l’opportunità (Cass. ordinanza n. 17336 del 23/07/2010; Cass. 2005 n. 23070; 2001 n. 11059).

Detto questo, se il tuo avvocato il giorno dell’udienza comunicherà che tu sei impossibilitato a presentarti, eventualmente documentandone anche le ragioni, l’udienza verrà certamente rinviata ad una data successiva.



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15/04/2019 da Simone Falusi Lascia un commento

Tfr ed omesso versamento dei contributi al Fondo di Tesoreria dell’INPS

Lavoro in una azienda con più di 50 operai dal 2009, azienda ancora viva: mi sono accorto che l’azienda non ha versato il tfr a l’INPS dal 2009 al 2014. Domanda: a luglio sono 10 anni, posso recuperare con un avvocato, o è andato in prescrizione ?

Un’azienda con più di cinquanta lavoratori è tenuto al versamento del tfr maturato dal dipendente al “Fondo di Tesoreria” dell’INPS, in mancanza di scelta da parte del lavoratore per un fondo di previdenza contrattuale.

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