Ho un bambino di tre anni. Riconosciuto dal padre. Non abbiamo mai convissuto e non siamo sposati. Il padre si ésempre disinteressato del figlio. Versava gli alimenti e lo vedeva tutti i weekend solo x giocare. Ora dopo tre anni pretende di portarlo a casa sua un weekend ogni 15 giorni a dormire altrimenti non da gli alimenti. Per me il bambino deve dormire a casa sua. Siamo arrivati ad un accordo. Lo vede il sabato e il prof week-end la domenica dalle nove alle 18. E’ giusto che non mi dica dove lo porta? Di chi é la tutela legale? Gli alimenti vanno in base alle visite? Non ha nemmeno un lavoro e non lo cerca. Lo mantiene il papà. Cosa devo fare? Grazie. Patrizia
Risposta: Cara Patrizia, la prima e più urgente cosa da fare è quella di regolamentare le modalità dell’affidamento di tuo figlio. Non basta aver trovato un accordo tra voi genitori, occorre (nell’interesse di tutti e soprattutto del bambino) formalizzare questo accordo in Tribunale. L’accordo che avete trovato varrà solo fin tanto uno dei due non cambia idea, e se qualcuno di voi due decide di non rispettare l’accordo, l’altro non ha strumenti per chiederne il rispetto: il “ricatto” di cui tu parli (se il padre non ottiene il figlio per il fine settimana, non paga gli alimenti) ne è un esempio. Ciò comporterà nuove discussioni, litigi, ecc.
Proprio per evitare tutto ciò è essenziale disciplinare in modo corretto l’affidamento dei figli. Al riguardo esistono due strade: la prima è quella dell’accordo consensuale; è la via più semplice e preferibile: se tu e il tuo ex compagno avete trovato un accordo (anche di massima) sulle modalità dell’affidamento del bambino e anche sulle questioni di natura economica (ovvero sul contributo di mantenimento per il figlio), allora non vi resta che rivolgervi assieme ad un avvocato per chiedere al Tribunale l’omologazione dei vostri accordi. Diversamente, se non riuscite a mettervi d’accordo, allora ciascuno dei due genitori può rivolgersi separatamente al Tribunale per chiedere la regolamentazione dell’affidamento e del mantenimento del bambino. In ogni caso il decreto del Tribunale che contiene le disposizioni sull’affidamento e sul contributo di mantenimento costituirà la “legge” a cui entrambi i genitori dovranno attenersi. Nel caso in cui uno dei due vanga meno al rispetto di quelle disposizioni, l’altro genitore avrà gli strumenti per reagire.
Premesso ciò, provo a rispondere ad alcune tue domande specifiche: 1) in linea generale non ci sono preclusioni perché il bambino possa dormire anche a casa del padre; 2) il contributo di mantenimento viene solitamente erogato in un assegno mensile, che non dipende dalle visite. 3) la potestà genitoriale sul bambino (adesso si chiama Responsabilità genitoriale) ce l’avete entrambi.
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