Ho una macelleria da 50 anni, lo scorso anno è stato venduto l’appartamento sovrastante in quanto i vecchi proprietari sono deceduti, non abbiamo mai avuto problemi ma il nuovo proprietario minaccia di farmi chiudere l’attività a causa dei rumori emessi dai motori delle celle frigorifere: è lecito? Come posso tutelarmi? Grazie.
La norma che entra in gioco in questo caso è l’art. 844 del codice civile. Questa disposizione prevede che:
“Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi. Nell’applicare questa norma l’autorità giudiziaria deve contemperare le esigenze della produzione con le ragioni della proprietà. Può tener conto della priorità di un determinato uso”.
Art. 844 c.c.
In sostanza la norma fissa il principio secondo cui il vicino che subisce le immissioni (nel nostro caso di rumore) deve tollerarle, a meno che le immissioni superino la normale tollerabilità; viene quindi fatto un bilanciamento degli interessi in gioco, prevedendo nel parametro di tollerabilità il limite nel quale chi riceve l’immissione debba sopportarne il peso.
Diventa quindi fondamentale comprendere quando il rumore, il fumo, la vibrazione, sono immissioni tollerabili o intollerabili.
In primo luogo, la valutazione della intollerabilità o meno delle immissioni è sempre relativa: il limite di tollerabilità delle immissioni non è mai assoluto, ma è relativo alla situazione ambientale, che può variare da luogo a luogo.
La valutazione diretta a stabilire se i rumori sono compresi o meno nel limite di tollerabilità delle immissioni rumorose, infatti, deve essere compiuta tenendo conto della situazione locale e ambientale, in base alle caratteristiche della zona: la stessa immissione valutata all’interno della città anziché in campagna darà esito a differenti giudizi di tollerabilità, lo stesso vale se la valutazione viene fatta durante il giorno piuttosto che nell’orario notturno.
Ai fini della valutazione del limite di tollerabilità delle immissioni acustiche, di norma si utilizza il cosiddetto criterio comparativo: in pratica, viene preso a riferimento il rumore di fondo della zona, vale a dire quel complesso di suoni di origine varia e non identificabile, continui e caratteristici della zona, sui quali si innestano, di volta in volta, rumori più intensi.
Questo criterio consiste nel confrontare il livello medio del rumore di fondo con quello del rumore rilevato nel luogo soggetto alle immissioni, al fine di verificare se sussista un incremento non tollerabile del livello medio di rumorosità.
In particolare, secondo la giurisprudenza, il rumore si deve ritenere intollerabile allorché, sul luogo che subisce le immissioni, si riscontri un incremento dell’intensità del livello medio del rumore di fondo di oltre 3 decibel.
Questo valore viene considerato il limite massimo accettabile di incremento del rumore, tenuto conto di tutte le caratteristiche del caso concreto, ed è stato riconosciuto anche dalla Cassazione come “un valido ed equilibrato parametro di valutazione” per un idoneo contemperamento delle opposte esigenze dei proprietari.
Quindi, tornado al caso in questione, il tuo vicino dovrà in primo luogo dimostrare che il rumore prodotto dai tuoi frigoriferi e che giunge sino al suo appartamento abbia i caratteri della intollerabilità come sopra chiariti. Per fare ciò sarà indispensabile effettuare delle misurazioni sonore attraverso tecnici specializzati.
Nel caso in cui i rumori e/o le vibrazioni prodotte dai frigoriferi dovessero risultare intollerabili ex art. 844 c.c., non significa che tu debba chiudere la macelleria. Si tratterà in questo caso di adottare delle misure di insonorizzazione del rumore, che potranno essere suggerite dal tecnico specializzato.